Bali, i siculi e il ristorante bavarese

Ubud (Bali), 2 Settembre

Una cerimonia per le strade di Kuta Eccoci a Bali…isola magica dove millenni di incroci culturali hanno permesso la creazione di splendidi scenari quali il ristorante bavarese a Kuta, citta’ marina impestata di turi-surfisti prevalentemente australo-giapponesi uniti in un’armonia insospettata davanti alla spiaggia ondosa e piacevolmente piena di tette abbronzate al vento. L’incontro di popoli e culture porta a volte a degli scontri di interesse quali lo scandalo quotidiano dei cambiavalute della scuola del Mago Silvan che tre volte su quattro fanno sparire un terzo buono del cambio che credevi fosse a buon tasso.

La mappa di BaliAnche in questo caso la risposta e’ culturale e l’essermi munito di due siculi veraci quali Giuseppe e Umberto addestrati alla dura scuola catanese che di certo non si fanno fregare e con i quali ci siamo divertiti a capire come funzionava il trucchetto, si e’ rivelata una mossa positiva.
Nel frattempo a quanto pare avremo un nuovo personaggio, e cioe’ Umberto, che vuole scrivere della sua avventura Trawanga-balinese ma che ha fatto il grosso errore di mettere su carta la nuova accezzione che mi sono meritata per colpa del mio stomaco inaspettatamente delicato: Smerdolino.
La vendetta non si fara’ attendere e presto una scritta: “i programmi sono stati sospesi per eccesso di ingnoranza grammaticale” apparira’ sulla pagina di Giuseppe.

Ma Bali, Bali, Bali…cos’e’? Bali e’ un’isola grande quanto La Sicilia, La Calabria e il Baden Wuttemberg insieme…divisi per 5. Insomma circa 100 Km per 150 km che al cambio attuale con KM Indonesiano fanno circa qualche giorno di viaggio in motorino.
Bali e’ il turismo in Indonesia, e infatti Kuta fa schifo…pero’ basta uscire per trovarsi in mezzo a delle risaie da film, donne che trasportano merce in testa da documentario inglese doppiato ma con la voce originale che si sente sotto, traffico da Napoli durante San Gennaro, bambini che giocano (ci stanno sempre bene in uno scenario e poi da l’idea che ho un animo delicato), cani brutti da far paura, buche mostruose di solito nascoste, e poi una cosa mitica: un sacco di arte.

Delfini di legno a UbudCi sono delle strade da infarto-da-shopping, cioe’ qui producono di tutto, a mano e in lavatrice: statue di pietra, di legno, tessuti, mobili…sono proprio belle cose e se di sicuro la Sony non e’ nata qui almeno ci sanno fare con altre cose.
Viene voglia di comprare tutto e ci si sente come una massaia in giornata di saldi, perche’ i prezzi sono molto interessanti. (in un altro contesto avrei detto ‘bassissimi’, ma siccome ho un business in mente mi devo contenere). Un altro motivo per chiedersi: ma che ci abbiamo fatto in tutto questo tempo in Australia? La risposta e’: abbiamo speso troppo. E quei dieci dollari a notte spesi in quella topaia del Chinatown a Cairns li piangiamo con lacrime amare.

Foto di gruppo a Ubud Adesso un po’ di consigli per il turista: se andate a Ubud dormite da #@##@###@@##@#@, noi abbiamo pagato 37.500 a notte per un bungalow con acqua calda, cesso automatico (quello di casa, cioe’ schiacci un bottone e viene giu’ l’acqua purificatrice senza doversi piegare, prendere l’acqua col secchietto e lanciarla cercando di non guardare il risultato della digestione che sara’ anche normale ma fa Il bungalow a Ubudancora schifo), e vista sulle risaie che fa molto Asia. Ah, la colazione e’ compresa ma non e’ il massimo. Quel #@##@###@@##@#@ doveva essere sostituito dall’indirizzo che ho perso.

Se dormite a Kuta, andate da Dua Dura in Poppies Gang II davanti al ristorante Kori, 40,000 a notte, doccia fredda, cesso misto (a volte automatico a volte manuale), colazione compresa OK.
Per mangiare a Kuta una pizza all’80% italiana andate li’ vicino in “Gang Popies II, Jl. Bene Sari”, costa al massimo 14.000 rupie e fanno anche la pasta. Il nome non me lo ricordo ma lo vedete da fuori che ha il forno a legna ed e’ sempre pieno di gente.

Artigianato di BaliA Ubud ho fatto un po’ di spese: 63 didgeridoo! Un metro cubo virgola due di speranze che ho spedito con la Krishna Cargo e se non arriva entro due mesi vado a Venezia e torturo i primi Are Krishna che trovo in giro a cantare per farmi dare la roba.
Siccome nessuno fa niente per niente e in particolare il sottoscritto il cui conto in banca comincia a perdere zeri adesso vi subite la pubblicita’: ho comprato dei didgeridoo fantastici. Ce ne sono di intarsiati in legno che state tranquilli fanno proprio una bella figura nel salotto di casa appesi al muro, il lavoro e’ proprio preciso ed elegante.

Poi ci sono quelli in stile Australiano fatti anche molto bene. Sono tutti di legno di Tek. Infine quelli in bamboo decorato col fuoco che sono semplicemente bellissimi. Un musicista continuera’ a preferire quelli australiani per la particolarita’ del suono, ma anche questi suonano molto bene e spero che faremo affari.

 Delfini di legno a Ubud Una cerimonia per le strade di Kuta

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