Kuala Lumpur

Le torri gemelle di Kuala LumpurKhota Baru, 14 settembre

Io e Giuseppe siamo stati tre giorni a Kuala Lumpur, la capitale della Malesia. Prima cosa da dire: qui sono mussulmani, poi ci sono gli indiani, e poi i cinesi, cosi’ vi fate un’idea dell’aria che tira. A Kuala Lumpur non c’e’ un granche’ a parte le due torri piu’ alte del mondo, che le hanno fatte apposta perche’ appunto tutti dicevano che non c’e’ un granche’.

Adesso tutti dicono che non c’e’ un granche’ a parte le torri e chissa’ che felice che e’ il dittatore/presidente/capo carismatico del paese.
Abbiamo ritrovato Manu che ormai da un paio di mesi e’ alla ricerca del bussiness giusto in compagnia di Ana Laura, una messicana di cui Giuseppe si e’ giustamente innamorato non si capisce se per effettivi subbugli coronari o giusto per tenere fede alla tradizione che lo vuole inciampare sempre ad un metro dall’arrivo con conseguenti mesi di telefonate e attese, sfocianti poi in un ‘viaggio della speranza’ regolarmenA Singapore, il gestore dell’ostello ci ha lasciati tutta la notte con l’aria condizionata a manetta!te destinato a diventare ‘viaggio della delusione’ e trasformarsi in ‘pellegrinaggio del disperato’.
Per farvi un esempio era partito da Catania per stare in Australia un mese e dopo le picche della bionda di turno si e’ ritrovato a fare il barbone-lavapiatti errante in giro prima per l’Australia e poi per l’Asia. Eroico, che dire?
Adesso Giuseppe e’ appena partito con l’Airline Singapore e mi immagino le hostess che tentano di consolarlo, ma siamo tutti con te Giuseppe e ricorda che e’ solo questione di soldi: appena puoi riparti.

Nel frattempo in quel di Lanciano, Abruzzo c’e’ un certo Paolo intento a avvitare bulloni sui Ducati della Fiat ma secondo i miei calcolMatrimonio indiano a Kuala Lumpuri a breve avra’ abbastanza contanti per ripartire e siamo tutti in attesa.

Ma Kuala Lumpur? Attenti quando andate in giro per il night market (il mercato serale) perche’ nel giro di 15 minuti mi hanno aperto lo zaino tre volte! In dieci anni di viaggi non mi hanno mai rubato niente, ma stavolta ci mancava poco…e dietro di me c’era Giuseppe che controllava!
Qui si possono comprare ottime imitazioni di orologi di marca a 10/15.000 Lire, CD copiati e mangiare per poco. Ma costa tutto piu’ che in Indonesia e la gente non e’ cosi’ solare. Mi sono spostato a khota Baru per andare alle isole Perenthian e qui la situazione e’ abbastanza triste.
A parte la vomitata in pulman del mio vicino, sulla quale alla prima curva e’ caduto il mio zaino e l’accoglienza mattutina di due pantegane da un chilo e mezzo, qui c’e’ un odore costante di fogna, le donne hanno tutte il velo (forse per l’odore) e la gente non sorride.
Ma com’e’? Qui hanno piu’ soldi che in Indonesia, ma non ne sembrano troppo soddisfatti. Sara’ che in Indonesia ne hanno talmente pochi che certe cose non le sognano neanche mentre qui le sognano ma non se le possono permettere? Capite il concetto? Chissa’..vi faro’ sapere! A sproposito, mi ha scritto un tipo che dice:’ vorrei una foto del carcere di Jakarta, anche da fuori se possibile, grazie”.

A parte la sfiga che mi sta attirando addosso..ma per chi mi ha preso? Comunque gli ho fatto un’imitazione e il brutto ceffo che ho utilizzato come attore dovrebbe andare.

La Malesia, Bourak Airlines e reminescenze delle Gili

Malesia, 10 Settembre

La Bourak Airlines Abbiamo fatto il viaggio di ritorno con la Bourak Airlines di cui ho documentato il decollo con un filmino (ho scoperto solo dopo che usare una macchina digitale in decollo e’ da ergastolo), e devo dire che un servizio del genere non l’abbiamo mai avuto: sulla pista chi viene a prenderti di solito? Il pulmino con tre posti a sedere e cento in piedi dove tutti accendono il telefonino e cominciano a parlare con casa. Alla In volo su BaliBourak invece viene la macchina nuova ad aria condizionata e l’autista ti chiama “boss”, neanche Barzon che ha la golden card della Lufthansa lo trattano cosi’!

E come se non bastasse le due hostess che ci avevano accompagnato all’andata quando tutti si erano dimenticati dei nostri bagagli e che ci avevano chiesto:
-“Non restate qui qualche giorno?” facendoci aumentare la salivazione del 32% e era vietato scattare foto ma non lo sapevo…provocando una sensazione di gola secca da star male, ci hanno riconosciuto e chiesto ancora:
-“Non restate qui qualche giorno?”. Ci siamo consolati con una foto scattata dal pilota della Bourak che ha quanto pare ha due aerei, due computer (al telefono per confermare il ritorno:”I’m sorry, abbiamo due computer e uno e’ rotto”), due macchine, due hostess e due turisti all’anno. E quest’anno e’ toccato a noi.

L’ottimo cibo della BourakVOLATE BOURAK! Insomma Giuseppe e io siamo tornati in quella macchina per far soldi che e’ Singapore e spero che se c’e’ qualche futuro sposo in linea ascolti il mio messaggio e non prenda assolutamente in considerazione l’idea del viaggio di nozze da queste parti a meno che non trovi l’idea di un bacio davanti a un negozio di macchine fotografiche particolarmente romantico. Il tempo di mandare a casa un po’ di roba (ho in viaggio tre pacchi: uno dall’Australia, i didgeridoo dall’Indonesia e adesso il pacco da Singapore: scommettiamo che tra un mese ci sara’ una collisione tra tre navi?) illudersi di poter comprare qualcosa (il lavoro l’ho lasciato nove mesi fa) e siamo partiti verso la Malesia dove siamo in questo momento. Stiamo viaggiando in pullman e piove.

Foto con occidentaleAi lati della strada palme in continuazione e prima ho visto un gatto schiacciato in mezzo alla strada, se vedo una tigre morta ve la fotografo. Giuseppe ormai e’ a poche ore da casa ed e’ preso da un misto di felicita’ e tristezza, io ho fissato il rientro verso il 10 di novembre e quindi ormai si comincia a guardarsi indietro. Abbiamo pensato in particolare alle Gilies e a chissa’ come torna a casa uno dopo sei mesi in un’isoletta del genere. Probabilmente sara’ talmente calmo, felice e riconoscente verso Dio e il governo che appena sbarca a Roma lo guarderanno strano, con un alone luminoso attorno e un sorriso beato da Buddha. Al primo semaforo dove commettera’ il grave errore di non partire entro 3 secondi e si becchera’ un meritato:
– “E muoviti stronzo!”, scendera’ dalla macchina e con passo lento si avvicinera’ a quello che lo ha insultato per mettergli una mano sulla spalla e dirgli con voce tenera: sfogati fratello, io posso prendere tutta la tua rabbia nel mio cuore”. Insomma i figli non mandateli a dottrina da vecchiette acide: pagategli una vacanza alle Gilies! Il messaggio di Gesu’ arrivera’ nei loro cuori senza bisogno del Vangelo.

Ma perche’ non faccio il predicatore su internet? Nel frattempo Alessandro e Paolo sull’altro canale si sono messi a lavorare e ho gia’ mandato un’email all’Immigration di Sydney per verificare i loro visti, mentre su Tripasia abbiamo Umberto che ha scambiato il sito per un’agenzia matrimoniale ma va bene lo stesso che e’ un bravo ragazzo. Va bene adesso chiudo perche’ la signora davanti a me un attimo prima che accendessi il computer ha dato una botta all’indietro col sedile che se lo fa ancora devono trovare un ospedale specializzato nell’estrazione di cristalli liquidi dalle mani e comunque e’ gia’ finita la batteria. Si sbrigheranno a fare batterie che durano di piu’ come hanno fatto coi telefonini!

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