Mosca, un caffè dalle parti della Piazza Rossa, un pomeriggio troppo freddo per fare il turista
Non sarebbe giusto aver passato quasi un mese in Siberia e non parlarvi del freddo, tanto più che in questi giorni arrivano notizie di un’Italia nella “morsa del gelo”, con “temperature polari” attorno ai -5 C.
Ve lo do io il freddo…
Cominciamo con la triste storia della vacca argentina.
LA TRISTE STORIA DELLA VACCA ARGENTINA
C’era una volta una vacca di nome Giulia che viveva nel nord est industriale della Pampa e aveva speranze di un futuro glorioso.
Le avevano detto che sarebbe potuta diventare una vacca da latte per il parmigiano argentino, che sarebbe andato in produzione entro il 2008 e avrebbe fatto concorrenza a quello italiano, un pò come era già successo con i vini.
E quindi lei mangiava l’erba migliore per avere il latte migliore, e in effetti il latte non era male tanto che erano già stati in visita alcuni buyers della Parmalat, anche se per il momento non se n’era fatto nulla.
Ma il suo impegno ebbe un effetto collaterale insperato e fatale: la sua pelle era bella, elastica e dello spessore giusto per farci una giacca.
Finì quindi scannata e trasformata in giubbotto da vendere in un negozio di pregio in qualche boulevard di Buenos Aires.
Poi, un paio di anni fa, un turista italiano passò per il negozio del boulevard di pregio, guardò la vetrina e si disse “ma si, dai, per una volta non facciamo i barboni (e qui costa la metà che in Italia)”.
Entrò nel negozio El Boyero e disse :
– “Ciao, mi serve una giacca di pelle vera per affrontare gli inverni polacchi, cechi e a volte perfino quelli lettoni. Non bado a spese. Avete qualcosa in promozione?” Leggi tutto “Siberian Rhapsody 2”