Sono appena tornato da Milano dove ho fatto il visto per l’India.
Bellissima la scena: fila indiana ordinatissima fuori dallo stabile, con un indiano che faceva salire 5 persone alla volta.
Fa passare anche me, entro, prendo l’ascensore, vado al 5 piano e mi trovo davanti un muro di gente in fila davanti a due sportelli.
Mi infilo nella fila e aspetto.
Più ci si avvicina allo sportello più si comprime la fila. Fa caldo e la finestra é quasi chiusa. Un paio di tipi col turbante, barba e vestito bianco chiacchierano allegramente.
Quando tocca quasi a me, e siamo compressi come cacca di cammello del Rajasthan, ecco che avviene il gesto dell’epifania: un indiano appoggia il suo braccio sulla spalla e lo lascia lì per 10 minuti.
E’ il braccio appoggiato sulla spalla del vecchio amico col quale hai condiviso le prime birre e le prime avventure amorose con ragazze dell’Est in campeggio, il braccio appoggiato sulla spalla dei primi giri in autostop, dei primi viaggi in treno.
Mi trovo a un bivio storico: mi incazzo o accetto?
Sembra una stupidata, ma é ora che devo scegliere se essere uno di quelli che tornano dall’India incazzati o uno di quelli che ne tornano affascinati.
E’ in queste piccolezze che si decide un viaggio. E decido.
Non succede nulla, ma respiro, ho un nuovo amico che appoggia il braccio sulla spalla e mi vien voglia di ridere.
Il commento è stato pubblicato il 7 Settembre: ma di quale secolo? 🙂
La situazione è cambiata da anni, il visto non si fa più al consolato, ma al Centro Visti India…e per tutte le informazioni basta andare su http://www.indianvisamilan.it
e’ del 2006 🙂
grazie, ne ho approfittato per far vedere anche l’anno visto che il sito ne ha 10!