Chissa’ perche’ e’ da anni che penso all’eventuale morte del papa proprio mentre io sono a Cracovia. Ogni tanto mi veniva in mente questa cosa, cosi’, un po’ senza senso. Forse perche’ mi rendevo conto dell’importanza del Papa per i Polacchi.
Ed ecco che arrivo a Cracovia e il Papa sta male, poi peggio, poi muore.
L’altro ieri sera passavo davanti alla chiesa Arka, una chiesa famosa per essere stata l’oggetto di una lotta col governo comunista che non la voleva nel super quartiere proletario di Nowa Huta, un quartiere costruito apposta per rendere piu’ popolare e compagna la colta e cattolica Cracova. Un quartiere senza chiese.
La chiesa pero’ e’ li, vinsero i cattolici (leggi i Polacchi) e verso le 11 dell’altro ieri sera la gente entrava ed usciva dalla veglia per il Papa.
Poi, ieri, ero con degli amici a girare una scena di Porchetti, e tutte le chiese erano piene. Un paio di strade bloccate da gente in preghiera. Il Papa stava male, sempre peggio.
Ci siamo rifiugiati nel quartiere ebreo, Kazimierz.
Ieri sera saluto Marek, scendo dal bus e mi incammino nella giungla di “blocki” (i casermoni popolari) di Nowa Huta. Suonano le campane, arriva un sms da Majka “il Papa e’ morto”. Ecco, adesso e’ successo. Il Papa e’ morto proprio mentre ero a Cracovia e mi tocca gia’ vedere delle famiglie che si incamminano verso la Chiesa del quartiere con gli occhi da pianto, alcuni hanno dei lumini. Non sono un sentimentale, ma e’ come se fosse morto qualcuno che conosco, perche’ tutti quelli che conosco hanno perso qualcuno. Forse era questo che volevo evitare.
La Polonia ha perso sicuramente il suo figlio piu’ amato, frase retorica, ma la migliore per esprimere la realta’.
Un paese che negli ultimi secoli le ha sempre prese da tutti, dai Russi, i Tedeschi, dai datori di lavoro nel paese dove erano emigrati. Un paese che vince poco nello sport e che si attacca in maniera incredibile a un saltatore del trampolino che per qualche anno e’ il migliore del mondo ma che resta uno sconosciuto al di fuori della cerchia dei pochi paesi appassionati da questo sport. Un paese che sembra sempre scusarsi della propria esistenza aveva trovato un nuovo volto in questo “Papa con i coglioni”, forte, determinato eppure buono.
Ma tutto finisce e anche i Papi forti muoiono. Il saltatore del trampolino (Adam Malysz) non vince quasi piu’. Che ne sara’ della Polonia?
E’ ora di tirar fuori i coglioni per tutti gli altri. Mi rivolgo soprattutto ai maschi, le donne qui ne hanno piu’ che abbastanza.