Tornato in Italia

È morta mia madre. Mi potrei addentrare nei particolari clinici del perchè è stata colpita da un ictus ma non serve.
È morta. Potrei dire che è deceduta, trapassata, passata a miglior vita, ma è morta e nemmeno in questo caso non serve girarci attorno.

Potrei anche non scrivere di una cosa così personale in un luogo pubblico ma ho deciso di farlo perché ho delle cose da dire su di lei che potranno portare qualcosa di buono e concreto.
Perché se una morte porta influenze positive alla vita di altre persone, allora viene anche glorificata.

Mi lascio dietro l’angoscia di questi giorni, lo stato quasi onirico dell’essermi ritrovato da un momento all’altro su di un aereo della Air France che mi portava a Parigi da Shanghai, poi a Venezia, nelle braccia dei miei familiari, davanti al corpo quasi senza vita di mia madre attaccata a dei macchinari con i suoi occhi che non si aprivano nonostante la mia voce che la chiamava.

Sono ancora in balia delle onde delle mie emozioni, un po’ su e un po’ giù, nodi in gola che arrivano senza preavviso, lacrime inaspettate che non riesco a contenere.
Mi lascio dietro tutto ciò cosciente che è cosa comune, attraverso la quale tutti passiamo e che raccontarlo non porterebbe molto a nessuno.

Mia mamma era buona.
Tutti i morti sono buoni, si smette di pensare ai difetti, ci si concentra sui pregi, e tutti sono buoni.
Però mia madre era buona e basta, e in questo testo voglio parlare di un aspetto della sua bontà legato al viaggio, il tema principale di questo sito, della mia vita e della vita di molti di noi.
Mi sono sempre chiesto perché il mio bisogno di viaggiare fosse così pressante e immediato da saltare in cima alla scala di priorità della mia vita, travolgendo carriere, amori e sicurezze.

La risposta non è mai stata univoca, i fattori sono vari, le motivazioni anche, e una teorizzazione comunque imprecisa.
In questi giorni però mi sono accorto di una cosa.
Al di là delle motivazioni che mi hanno spinto, quali sono state le condizioni che me lo hanno permesso?
Certamente anche in questo caso, molte.
Ci è voluto coraggio, disciplina, un po’ d’incoscienza…e una mamma come la mia.
Non me n’ero mai accorto ma ora mi è chiaro al di là di ogni ombra di dubbio.

Una madre vuole i figli vicini, e i figli sono sempre e comunque sotto l’influsso psicologico della madre.
Una parola, una mancata parola, uno sguardo di una madre possono influenzare in maniera incredibile le scelte dei figli.
Quindi una madre che vede un proprio figlio partire e tornare dopo tre mesi, sei mesi, un anno, fermarsi poche settimane e ripartire, non avere un lavoro fisso, passare i trentanni, non avere risparmi, non avere una donna, non avere un progetto definito per il futuro…e che riesce comunque a rispettare pur senza capire completamente, è sicuramente da ammirare.

Potrei fermarmi qui ma c’è quel qualcosa in più di cui mi sono reso conto in questi giorni: l’esercizio dell’amore attivo.
Finora credevo che nell’amore di mia madre ci fosse la rassegnazione di una madre verso un figlio strano e un po’ “sbagliato” che conviene assecondare per non peggiorare le cose.

Ma ora mi rendo conto che non era così.
Mia madre aveva deciso che la cosa giusta da fare era aiutarmi attivamente. Aveva capito che non poteva attendere di capire per agire.
Aveva accettato la sua limitazione (che condivideva con tutti gli altri residenti) nel capire un viaggiatore.
E aveva deciso che l’amore non pone condizioni e che se si aspetta di capire per amare, non si amerà mai fino in fondo.
Quindi mi ha accompagnato in quella terra buia e desolata che è il viaggiare agli occhi del residente, sapendo che ai miei occhi mi stava accompagnando nella luce.

Vedeva il buio della mia vita, ma mi credeva quando le dicevo che c’era molta più luce di quanta potessi sperare, e mi accompagnava.
Ma è quando mi chiedo come riusciva ad aiutarmi che vedo la perfezione raggiunta.

Tutto si riassume in una parola: equilibrio.

Perché non poteva semplicemente dire: “Vai e fai la tua vita“.
Aveva paura e c’era il rischio che mi sentissi abbandonato.
E non poteva dire: “Hai viaggiato abbastanza, metti la testa a posto“.

Avrebbe gettato un’ombra nei miei pensieri durante quei momenti di pura chiarezza che la strada non smette mai di regalare a chi la ama.

Doveva trovare l’equilibrio, la misura esatta, quotidianamente.

E questo è la dimostrazione del suo amore.
Perchè un gesto eclatante di amore può essere frutto di un momento o di un’emozione, ma il suo esercizio costante e attento è frutto di qualcosa di molto più grande.

E io così viaggiavo e mi mangiavo la grande anguria della vita senza mai più arrivare al fondo che sa di cetriolo e la mia mente era chiara, il mio cuore sereno e tutto il mio essere più di una volta chiaramente e indubbiamente un tutt’uno con il resto.
Mia mamma non solo mi ha dato la vita, ma mi ha permesso di viverla.

Queste parole sono soprattutto per quelli che vorrebbero viaggiare ma che sentono un freno nell’amore dei genitori.
Fateglielo leggere, forse vi potrà aiutare a vivere tutti con più serenità e felicità.

Mamme, se i vostri figli sono viaggiatori nel cuore, non è una loro scelta, sono nati così.

Vorreste vederli tutti i giorni, ed è normale quanto bello, ma il vero amore è in quell’abbraccio non dato perché il figlio è lontano e felice.
E questa immensa sensazione di gratitudine che ora provo io, la proveranno anche loro.
Gli avete dato la vita, dategli la libertà di viverla e riceverete tutto l’amore di cui avete bisogno.

4 risposte a “Tornato in Italia”

  1. In questa triste giornata mi sono andato a ricercare il tuo post… e mi è servito! A volte un dolore grande è un modo per commemorare una vita che fu e un nuovo punto di partenza per chi c’è ancora.

  2. Caro Gianni,
    spero sia servito anche solo un pò…é molto importante in momenti come questi. Non sfuggire il dolore ma assaporalo tutto perché lo digerirai meglio.

  3. Ho trent’anni passati, non ho un lavoro fisso, non ho risparmi, non ho una donna nè progetti per il futuro…ma ho la strada e leggendo te ho anche la forza…grazie

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Più informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi