Questo é un capitolo del libro che sto scrivendo online: TripLife 1.0 Manuale per Vivere e Lavorare Viaggiando.
Qui c’é la presentazione.
Mandami commenti, critiche e suggerimenti, mi aiuterai a scriverlo nel miglior modo possibile.
Questo capitolo si chiama:
Interviste – Logomaco
Riccardo lavora come ufficiale gentiluomo sulle navi da crociera di in una compagnia italiana.
L’ho conosciuto a un tripraduno e rivisto a Venezia dove ci ha invitati sulla nave facendoci fare un bel tour con tanto di pranzo buffet.
Al tripraduno si é rivelato un ragazzo simpatico e aperto, ma sulla nave é un vero boss con tanto di divisa, stelline al merito per le ultime due guerre mondiali, e così via.
Vive viaggiando praticamente 12 mesi all’anno.
Il suo sito é http://www.logomacosworld.com.
- Perchè hai lasciato? Se hai lasciato qualcosa ovviamente
Beh l’idea di navigare (che già mi ronzava per la testa da un pò) si è concretizzata con la mancanza di sicurezze di continuità nel mio precedente lavoro; ma soprattutto la voglia di evadere e vedere il mondo con un’altra ottica quella de: Il Navigatore nostrano.
- Da quanto tempo vivi viaggiando e per quanto ancora lo farai?
Oramai sono più di otto anni che navigo per i mari. Vorrei prima o poi cambiare rotta, ma per il momento non vedo un cambio imminente dietro l’angolo.
- E’ stato difficile decidere di lasciare tutto? Cosa ti ha convinto?
Certamente, il salto è stato a 360 gradi. Lavorare sulle navi significa anche soprattutto viverci e non si è mai sicuri quando ci si avventura in un esperienza completamente nuova e diversa dalle precedenti.
Rompere gli schemi, andare in una direzione nuova, difficile e nello stesso tempo appassionante.
- Come ti mantieni?
Navigando guadagno, navigando vedo e vivo il mondo. Quando sbarco un nuovo viaggio è già pianificato, si lascia il trolley e si prende lo zaino …
Il poco tempo che resta lo passo a casa (in media max 1/2 mesi l’anno).
- Qual’é la cosa più difficile del vivere viaggiando?
Vivere il distacco dalla realtà della terra ferma, non essere mai liberi di fare ciò che più piace al di fuori del lavoro.
- Qual’é la cosa più bella invece?
Guardare fuori dall’oblò è scoprire di essere ogni giorno in un posto nuovo.
- E’ cambiato il modo in cui vedi la società residente? Se si, come?
Navigando, ma più generalmente viaggiando si acquisisce maggiore apertura mentale, voglia di scoprire e capire realtà lontane da quelle vissute sullo stivale italico. Una visiona più “aperta” difficilmente fà venir voglia di piantare definitivamente le tende da qualche parte … almeno finché la “droga” del viaggio è in circolo.
- Sei cambiato/a tu? Come?
Certamente si, abbattendo molti pregiudizi, false convinzioni e luoghi comuni.
Ci si pone in maniera più aperta al nuovo, si vive più intensamente il contatto con i nuovi luoghi, ove possibile cerco di vivere “improvvisando” itinerari e tempi dei miei viaggi da “Viaggiatore nostrano” (cosa impossibile da fare durante le permanenze a bordo).
- Cosa consiglieresti a una persona che lo vuole fare?
Provare, non tirarsi mai indietro.
Lasciare la zona di comfort per sperimentare qualcosa di nuovo e diverso.
L’esperienza avrà sempre e comunque un esito positivo, di crescita personale.
Se non ci provi, mai scoprirai cosa si prova.
- A che tipo di persone sconsiglieresti invece di farlo?
Chi vive con l’idea di avere sempre tutto in maniera facile ed a portata di mano.
Chi odia stare in mezzo alla gente che la pensa in maniera diversa, in luoghi senza comfort e fuori dal circuito dei tour operator.
Conformisti per partito preso e pantofolai di professione.
- Come gestisci il futuro? La pensione, la casa, la malattia? Insomma, come ti prepari al peggio?
Fortuna vuole che il vivere navigando, prevede (con compagnie serie e sotto contratto) tutte le tutele previste dal caso.
Tutto diverso sarà quando volendo scendere cercherò un altra via per vivere viaggiando…
La casa è un concetto che per il momento mi sfugge…
- Cosa desideri per il futuro? Ti sono rimasti dei sogni irrealizzati o irrealizzabili?
Non c’è mai fine alla lista dei nuovi luoghi da voler scoprire e visitare.
Il giro del mondo in barca a vela potrebbe essere la ciliegina sulla torta.
- Ogni volta che ho pensato di tornare a fare l’Area Manager mi sono detto che lo avrei
fatto solo per molti, troppi soldi, perché adesso so cosa perdo se mi fermo. Se dovessero
offrirti un lavoro che richiede di fermarti, quale sarebbe lo stipendio minimo per
convincerti? Oppure, quanto di più in percentuale, rispetto a quello che prendevi prima.
Proprio una bella domanda, il fatto per me non stà tanto nei soldi, ma piuttosto nello stile di vita proposto.
Riuscire ad equilibrare la possibilità di non viaggiare più per la maggior parte dell’anno con l’alternativa di un ambiente e uno stile di vita adeguato… solo il tempo porterà giudizio.
- Cosa pensi della politica italiana?
Giudizio personale molto negativo.
Spetta comunque a noi cittadini a voler cambiare le cose:
Agire e non fare troppe chiacchiere inutili.
Difficilmente vedo nel mio futuro un ritorno in pianta stabile nel bel paese, alla luce delle condizioni attuali.
Ecco sei riuscito a farmi arrabbiare Luca!
logomaco..quando partirai in barca a vela..pensa anche a me..posso farti da cuoco..oppure da boa!!! 🙂
Mi stò quasi emozionando … 😉
Grazie Luca!
P.S.
Se qualcuno fosse interessato riguardo la vita (& lavoro) sulle navi da crociera,
basta contattarmi sul mio Blog …
Basta cliccare sul mio faccione … o se preferite su Copacabana B-)
Ok,
Va bene Carlo,
l’importante è che non si possono cucinare i ceci … in navigazione portano sfiga!
😉
mitico Logomaco, bellissima intervista, inspiring
Grazie Mirko,
Come và a Byron Bay?
e vai caronte, lancia questa trip-boat!
Dai dai, organizziamo ….
Ci servono cuochi, marinai, nostromi… capitani di lungo corso !
Ehehehe
Io mi occupo della logistica & cambusa ! 😉