Siamo a Melbourne e sono le tre di mattina.
Sono seduto al tavolo della sala da biliardo dell’ostello, gente che gioca, musica alta, chi va a letto, chi si sveglia, chi esce, chi entra. Un tipo ha appena saltato una sedia e si e’ messo a rincorrere un amico in giro per i corridoi.
Una ragazza che sembra Brigitte Nielsen parla al telefonino girando per le stanze. Fausto e’ andato a letto e io comincio la nostra storia…. Abbiamo preso il treno il 31 da Padova perche’ abbiamo perso quello da Treviso per colpa mia (avevo sbagliato a leggere l’orario!).
Denis, che mi aveva portato a Treviso, ci ha accompagnati a Padova lanciando la sua Dedra a velocita’ mai raggiunte prima. Appena arrivati alla stazione siamo scesi di corsa con gli zaini in spalla solo per vedere l’Eurostar sfuggirci di un soffio…abbiamo quindi preso il treno successivo e abbiamo cambiato a Bologna, dove Fausto ha visto Salvatores, il regista di Puerto Escondido.
A Treviso, Bologna e Roma, Fausto ha incontrato degli amici. A Treviso, io ho visto Luca che andava a Bologna a passare l’ultimo dell’anno. Siamo arrivati a Roma alle 22:30 e volevamo lasciare gli zaini al deposito bagagli ma abbiamo trovato tutto pieno. Allora abbiamo provato a lasciarli in un albergo ma ne abbiamo girati almeno 10 a vuoto. Il 2000 era ormai alle porte e quindi abbiamo deciso di andare in Piazza del Popolo comunque.
Chiedendo la direzione con gli zaini in spalla ci hanno indicato un ostello Y.W.C.A. dove una signora ci ha permesso di lasciare i bagagli gratis. La strada dopo, e’ stata come un volo! Per festeggiare abbiamo comprato due lattine di birra a 7.000 Lire l’una e siamo andati alla Trinita’ dei Monti dove abbiamo accolto il 2000 in mezzo alla folla tra pioggia di spumante, panettone e fuochi. Abbiamo conosciuto una coppia di ragazzi romani con i quali abbiamo passato del tempo a chiaccherare e poi siamo andati in Piazza del Popolo dove c’era il concerto. La gente era salita sulle auto in sosta a ballare sopra le carrozzoerie mentre I proprietari probabilmente brindavano allegramente in qualche appartamento, magari assistendo al concerto in televisione ignari che presto dovranno fare gli auguri anche ai loro carrozzieri. Abbiamo atteso l’apertura della stazione in mezzo alla folla seduti per terra, faceva un freddo cane e quindi ci siamo seduti su di un cartone, abbiamo tirato fuori il sacco a pelo, appoggiato gli zaini a un palo e abbiamo dormito. Poi hanno aperto la stazione, siamo entrati e ci siamo riaccampati. Dovevamo prendere il treno alle 6:20 ma ci siamo svegliati alle 7:10.
Siamo arrivati in aeroporto abbastanza distrutti, pensando che per fortuna davanti avevamo solo un viaggio di due giorni! All’imbarco un ragazzo ci ha chiesto se andavamo a Melbourne, perche’ ci aveva sentiti al check-in. Si chiama Roberto e qui a Melbourne studiera’ l’inglese per qualche mese. Viene da Padova, si e’ laureato, ha fatto il militare e, stufo della solita vita, ha deciso di partire. Abbiamo conosciuto anche una coppia, lei Elena, italiana, e lui, Dimi, australiano.
Si sono appena sposati e vengono a vivere qui. Sono stati molto gentili e ci hanno detto di chiamarli se abbiamo bisogno di qualcosa. Da Roma siamo arrivati ad Atene dove ci hanno fatto dormire in un albergo gia’ compreso nel prezzo del biglietto. Ci siamo alzati in piena notte per riprendere l’aereo. Dopo uno scalo a Bangkok siamo ripartiti per Melbourne. Siamo arrivati alle 10:30, ora di Melbourne, 00:30 ora italiana. Al banco delle informazioni turistiche ci hanno proposto questo ostello (Backpackers in australiano) a St. Kilda e ci hanno perfino accompagnato passando per il circuito di Formula 1. Dopo una doccia siamo andati a letto per un paio d’ore ma ci siamo svegliati alle dieci di sera. Mentre leggevamo gli annunci della bacheca, un ragazzo ci ha sentiti parlare e ci ha chiesto se eravamo italiani. Lui e’ siciliano, si chiama Giuseppe, e’ venuto qui per una ragazza, la storia e’ finita, ha finito I soldi e adesso cerca un lavoro. Siamo uscito a vedere la spiaggia, abbiamo mangiato un pezzo di pizza e bevuto una birra, telefonato a casa e siamo tornati all’ostello. Dopo qualche partita a biliardo siamo arrivati alla situazione attuale e cioe’ quella che adesso vado a letto anch’io.
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