C’era una volta un trucco fantastico per crescere: partire.
Ad ogni viaggio tornavo un po’ più saggio, consapevole, maturo di quand’ero partito.
Dopo sei mesi e qualche migliaio di euro tornavo messo a nuovo, riverniciato, con cervello più libero, la vista più chiara, tante idee e una gran voglia di fare qualcosa e di condividerlo.
Il valore che ricavavo dal viaggio era di molte volte superiore rispetto a quello che mi era costato in termini di tempo, fatica e soldi.
Poi, pian piano, ho iniziato ad accorgermi che, dopo tutto, per fare un esempio recente, il Vietnam non è poi cosí diverso dalla Thailandia, la Cina o il Laos.
E’ una specie mix di tutti e tre.
Stranamente l’unico episodio che mi ricordo del Vietnam è di un tipo che in treno notturno mi si avvicina, mi mostra il telefonino e mi fa vedere un video di una tipa che si trastulla la patata.
Lo guardo, ringrazio, lui ride e se ne va contentissimo.
Da vecchio racconterà ai nipotini di quella volta che sul treno Hue – Na Trang fece vedere un video soft-porn a un bianco e lui apprezzò il gesto.
Stranamente gli sono ancora riconoscente per avermi sorpreso.
Mi ha fatto pensare.
Mi sono posto delle domande quali “ma chissà che cacchio gli passava per il cervello?“, “come mai soft porn e non hardcore?“, “devo considerare la mancanza di uccelli nel video come una forma di rispetto?“, “ci sono gli uccelli nell’universo polonoglafico vietnamita o è tutto uccell-free?“, “e i vicini di posto? Cos’avranno pensato? Che la presenza degli occidentali corrompe i costumi?“.
Insomma, mi ha fatto riflettere tutta la notte e gliene sono grato.
Inoltre mi ha regalato questa storiella che magari farà sorridere qualcuno.
Un win win spettacolare.
Il resto è stato tutta una serie di mezze epifanie.
Mi rendevo conto che dopotutto non stavo vedendo niente di nuovo: “ah, ok, qui mangiano pane, non come in Thailandia, avranno imparato dai francesi. Mmmm..però anche in Laos e Cambogia lo fanno…niente di nuovo” e “ah ok, qui sono meno cortesi e più diretti, si nota l’influenza cinese, e vabbé, giustamente, confinano…“, eccetera, eccetera….eccetera………..eccetera.
A forza di eccetera mi sono ritrovato sul volo Ho Chi Min Saigon – Bangkok e nel taxi che mi portava in centro ero esattamente la stessa persona partita due settimane prima (con un telefonino in meno e una cultura polnoglafica più vasta).
Certo, Halong Bay è unica ma… “non per vedere cose viaggiammo” come direbbe Dante.
Buttiamoci un altro esempio vá: la Bulgaria.
Alle fine ci ho passato praticamente tre mesi quest’inverno da Maggio a Luglio.
Cos’ho imparato? Diciamolo: niente.
Sono gente dell’est con un tocco di greco/mediterraneo nel cibo, la stessa flemma e timidezza del polacco della porta accanto, diversi sotto vari aspetti, ma tutto sommato simili.
Mi sentivo a casa (non nel senso di Italia, nel senso che mi era tutto familiare per quanto fosse nuovo) e non mi sono mai sentito costretto a cercare di capire il perchè di certi comportamenti.
Una sola cosa: alcuni bulgari muovono la testa come gli indiani per dire sì e no. E’ fantastico vedere quel movimento ondeggiante in Europa, eppure è così.
Ci ho pensato un po’, perso nella gioia di capirne il perchè, e sono giunto alla conclusione che abbia a che fare con le influenze zingaro-indiane.
Ma è durato un attimo. E’ stato un orgasmo, non amore.
L’amore ti cambia, l’orgasmo ti soddisfa solo per un istante.
Ora, non è che uno vede una cosa del genere e torna a casa cambiato nelle sue credenze più profonde, finalmente libero dagli schemi e con in testa chiara l’oppressione psicologica di una cultura autoreferenziale.
Uno torna a casa completamente immutato.
E’ colpa della globalizzazione? No, è colpa mia, che sono stato in troppi paesi simili.
Mi resta solo l’Africa o qualche Ghesboristan delle steppe col terribile dubbio che non servirà a nulla.
La sensazione è che è ormai posso quasi indovinare com’è un paese.
Qualche settimana fa per esempio sono passato per la Serbia in macchina, ma non per un attimo ho avuto la curiosità di andare a vedere come vivono!
E come vuoi che vivano i serbi? Con le case sospese in aria mangiando germogli di un cereale rivoluzionario che cambierà il mondo?
Sarà un mix di Croazia, Bulgaria, Romania e un tocco di Ungheria che risulta in alcune peculiarità tipicamente serbe.
Certo, avranno sicuramente una storia unica e per un periodo della loro storia saranno stati i boss della regione.
Ma c’è poco da vantarsi, praticamente tutte le nazioni hanno avuto qualche secolo di gloria nel corso dei millenni.
C’è sempre un cazzo di Re Vladomlinio, Imperatore Huan Chi Huan, Sultano Baff’Hall’Ong che ha fatto qualche cazzo di guerra e ha vinto qualche cazzo di battaglia.
E’ come dire che il Vicenza è una squadra che vale la pena di andare a vedere oggi perchè nel 1979 ci giocava Paolo Rossi.
E c’è sempre qualche peculiarità che rende un paese diverso dagli altri.
Machemmefrega che i serbi la carne la grigliano sul carbone delle grotte di Vlosklika?
Il chimichurri argentino non mi è servito a niente, ha solo dato un gusto diverso alla bistecca.
Non è quello che cercavo.
Quello che cercavo non l’ho mai saputo, fino al momento in cui l’ho trovato.
Per definizione quindi, non ho mai nemmeno saputo se c’era qualcosa da trovare.
E no, con buona pace dei produttori di aforismi da Facebook, la ricerca da sola non basta.
Bisogna trovare qualcosa.
Ora, sto dicendo che non vale la pena andare in Vietnam, Bulgaria o Serbia? O che non sono paesi degni in generale? No.
Sto dicendo che per me non ne vale la pena.
Per te, se non sei mai stato in un paese dell’Est o in Asia, qualsiasi paese tu scelga va bene e imparerai tante cose.
Ma non ti illudere che il barile della conoscenza on the road sia senza fondo.
Io mi sto rovinando le unghie a raschiare, ed è rimasto veramente poco.
Quindi prendo atto che vagare sperando che succeda qualcosa di fantastico non fa più per me.
Ho avuto già troppo ed è ora che mi trovi qualcos’altro da fare, se voglio passare al prossimo livello del videogioco.
O forse devo cambiare videogioco.
O smettere di giocare ed uscire dal bar del tutto.
Vuol dire che smetterò di viaggiare? No, non è questo il punto.
Solo che devo essere onesto con me stesso e smettere di dirmi che il viaggio è ancora formativo: non bastano più uno zaino e un biglietto per trasformarmi da sfigato in guru.
Il viaggio è la mia comfort zone, la mia poltrona, e dalla poltrona, si sa, non si impara mai nulla.
La fregatura col discorso della comfort zone è che non è vero che basta uscirne.
Non puoi andare a caso.
Devi andare nella direzione giusta.
Daje, che l’introspezione ormai la padroneggi. (Per ricordarmi il verbo “padroneggiare”, sono dovuto passare dal dizionario inglese cercando “master” come verbo.)
si capita ormai anche a me di dover chiedere a google translate come si dice una parola inglese in italiano 🙁
“Solo l’Africa” … e se invece del viaggio arrivasse una Vacanza? Provaci. 😉
si in effetti dire “solo Africa” è abbastanza arrogante. Tu ci sei stato?
Io sono stato in Africa, ti può regalare delle grandi emozioni, se poi partecipi a un safari in Kenya o Tanzania durante il periodo della grande migrazione sono certo che non resteresti deluso e poi la cultura, così diversa da quella asiatica, sarebbe un ottimo “diversivo”.
Certo che arrivare al punto in cui sei tu adesso… ti sei tolto tutti gli sfizi che invidia, io invece ho sempre questa irrequietezza che non mi molla mai. Deve essere interessante essere arrivati a questo punto della vita, è in arrivo un’altra grande svolta?
“La sensazione è che è ormai posso quasi indovinare com’è un paese”
Cosa significa questa frase? Praticamente niente
“Uno torna a casa completamente immutato”
Se sei tornato a casa completamente immutato è un problema tuo, non certo una regola generale;-)
“Solo che devo essere onesto con me stesso e smettere di dirmi che il viaggio è formativo: ”
Penso a quello che sei adesso e pensa a cosa saresti se non avessi messo mai piede fuori di casa e poi dimmi se il viaggio non è formativo
“Ho avuto già troppo ed è ora che mi trovi qualcos’altro da fare, se voglio passare al prossimo livello del videogioco.”
Troppo? ….di cosa?
“Ma non ti illudere che il barile della conoscenza on the road sia senza fondo”
Non sarà senza fondo ma quella vita che abbiamo non ci basterà per arrivare al fondo;-)
P.S. Non è una critica…e neache un soft porn, ma spero che ti faccia riflettere ugualmente
A mangiar sempre caviale ci si stanca….dopo un po’ viene voglia di pane e mortadella.
nuuuuuuuuuu 🙁
> non resteresti deluso e poi la cultura, così diversa da quella asiatica, sarebbe un ottimo “diversivo”.
forse sono stato influenzato negativamente da PaoloTripMaiTrop che dopo alcuni mesi in Africa Occidentale ne e’ rimasto deluso. Forse sto semplicemente invecchiando e mi si sta chiudendo la mente. Ci devo andare e togliermi il dubbio!
> “La sensazione è che è ormai posso quasi indovinare com’è un paese”
> Cosa significa questa frase? Praticamente niente
intendevo dire che spesso paesi vicini hanno caratteristiche simili prevedibili. Mi e’ capitato spesso di passare da un paese all’altro e poi a quello successivo, e rendermi conto che mi aspettavo che fosse cosī. Viaggiamo per vedere cose nuove, che ci mettano in discussione, e quando un paese non ci offre queste cose, spesso siamo delusi.
> Se sei tornato a casa completamente immutato è un problema tuo, non certo una regola generale;-)
e infatti l’ho scritto: “Ora, sto dicendo che non vale la pena andare in Vietnam, Bulgaria o Serbia? O che non sono paesi degni in generale? No.
Sto dicendo che per me non ne vale la pena.”
> Penso a quello che sei adesso e pensa a cosa saresti se non avessi messo mai piede fuori di casa e poi dimmi se il viaggio non è formativo
hai ragione. Ho modificato il testo in “che il viaggio è ancora formativo”. Eccome se lo è stato. Rinnegherei mezza mia vita se affermassi il contrario!
> Non sarà senza fondo ma quella vita che abbiamo non ci basterà per arrivare al fondo;-)
penso sia soggettivo e pensavo anch’io che non sarebbe mai finita.
E’ come una miniera d’ora che sembrava infinita…e poi ti rendi conto invece finisce.
Ti auguro che per te possa durare per sempre.
> A mangiar sempre caviale ci si stanca….dopo un po’ viene voglia di pane e mortadella.
l’hai detta benissimo in parole povere 🙂
vuoi venire a trovarmi in Centrafrica ?
Fammi sapere , se vuoi parlarne sono una settimana a Milano a Novembre, o ci becchiamo là o ci becchiamo a venezia o a metà strada.
Su certe cose un pò ti capisco, a volte non mi è facile capire la differenza tra la decina di paesi africani che ho visitato … alcuni pensano ad esempio che l’africa sia un paese e non un continente, magari come può capitare un pò a te per il Far East;
Però capire la Bulgaria ti aiuta a capire anche i paesi che stanno intorno. Hai mai considerato che ora la Bulgaria è la porta dell’Europa ad esempio ? E se non era un posto unico, perchè ci hai passato 3 mesi ? Perchè hai fatto 3 mesi in Bulgaria e non in Grecia ad esempio ?
Magari hai lavorato troppo ultimamente, ti ci vorrebbe una bella vacanza!
Comunque io mi sento di dire che: “la risposta è dentro di te però è sbagliata” Cit. QUELO
In altre parole, a mio avviso vale sempre la regola del “perdersi” in un paese per scoprire aspetti che vadano oltre le linee comuni che caratterizzano dei paesi confinanti o gli stereotipi che si possono avere su tali nazioni .
Se uno prova noia o apatia, a mio avviso bisogna cambiare il modo in cui si viaggia, ma non necessariamente fermarsi in un posto…
la scoperta sta negli occhi di chi guarda.
ad una prima lettura avrei voluto essere più polemico poi ci ho pensato e in realtà, probabilmente, siamo più vicini di quanto immaginassi.
forse dobbiamo solo guardare altre cose.
ti capisco perfettamente Luca.
e sono d’accordo con te nella premessa ma non nel risultato.
Ora mi trovo a Vadivostok dopo essere partito da san pietroburgo, aver attraversato la russia in transiberiana e aver fatto anche un pezzo di mongolia fino al gobi ( a proposito, per chi non c’e’ stato, la mongolia e’ splendida ed economica).
Ebbene, e’ stato un viaggio incredibile dove in alcune parti della siberia ti senti davvero ai confini del mondo.
ma non mi sento particolarmente cambiato.
anzi sono sempre io.
il motivo e’ semplice: le cose che si mosse dentro di me viaggiando sono gia’ avvenute in passato nei mesi in india, sud est asiatico, sud america, londra e altri posti che ho visitato o in cui ha vissuto.
probabilmente se lo avessi fatto 10 – 15 anni fa, avrei detto che questo viaggio mi ha cambiato la vita.
come infatti dissi in un lontano viaggio in Messico una ventina d’anni fa.
la strada ha gia’ fatto quel che doveva fare in noi, caro Luca.
tuttavia, continuo a credere che il nomadismo, inteso sia come viaggio di alcune settimane o mesi sia come diversa citta’ in cui vivere, rappresernta il modo piu’ pieno ed intenso per vivere.
perche’ qualcosa succede sempre la’ fuori.
e la stanzialita’ e l’abitudine invecchiano.
un caro saluto.
Alberto ( zagor)
Sarà banale, ma ogniuno ha i propri tempi e nella vita c’ è un tempo per tutto.
Secondo la filosofia classica Indiana esistono 4 “momenti” nella vita di un uomo:
-infanzia: importantissima (ma non oggi e non qui)
-la crescita: comprende studi ed esperienze
-piena maturità: si mette a frutto quanto si è imparato e si “vive” la propria vita
-la fine: ci si prepara alla fine della vita, lasciando ogni cosa terrena, affetti compresi.
Non esistono regole, o meglio, ogiuno ha le proprie ma credo sia bene essere onesti con se stessi, l’ alternativa è quella di rimanere impigliati nel proprio personaggio e di non essere quindi credibili. I rolling stones, per quanto mi riguarda, hanno smesso di essere credibili più o meno una ventina d’ anni fa eppure continuano a fare concerti…
C’ è stato un momento in cui Tripluca ha portato molte persone “sulla strada”, io sono certamente fra questi, è stato possibile perché tu ci credevi, tu avevi la scintilla, il fuoco sacro e riuscivi a passarlo di mano in mano, se ora questo fuoco non c’ è più, credo sia arrivato il momento di… “vivere la tua vita”
In alternativa esiste anche la visione nipponica della vita:
“Hai fatto il tuo, bravo! Adesso però levati dalle palle e lascia il posto ad altri”
“Caelum, non animum mutant qui trans mare currunt”
– cit. Orazio, zoppo e cieco d’un occhio –
L’uomo si abitua a tutto. A lavorare, a divertirsi, ad annoiarsi, a provare dolore, ad uccidere persino. E anche a viaggiare. Condivido l’ultima frase perché l’ho sentito anch’io. A viaggiare per viaggiare dopo un pò non cresci più, anche i discorsi che fai con quelli che incontri diventano gli stessi. Devi avere uno scopo.
> vuoi venire a trovarmi in Centrafrica ?
magari ma non posso 🙂
> Perchè hai fatto 3 mesi in Bulgaria e non in Grecia ad esempio ?
perchè mi davano 100.00 0 Euro. Ocio che non ho mica detto che non mi è piaciuta. Me la sono goduta, solo che non sono cresciuto solo per il fatto magico di non essere in Italia, come succedeva una volta.
> Magari hai lavorato troppo ultimamente, ti ci vorrebbe una bella vacanza!
sicuro
> bisogna cambiare il modo in cui si viaggia, ma non necessariamente fermarsi in un posto…
eh si, ma è difficile trovare il modo nuovo. A meno che tu non mi dica che fare sei mesi in crociera…ma sarebbe di parte 🙂
> la strada ha gia’ fatto quel che doveva fare in noi, caro Luca.
credo che con questa frase l’hai detta tutta. Chiederle di piuù non sarebbe corretto, ci ha già dato tanto.
> continuo a credere che il nomadismo, inteso sia come viaggio di alcune settimane o mesi sia come diversa citta’ in cui vivere, rappresernta il modo piu’ pieno ed intenso per vivere.
continuo a crederlo anch’io.
Alberto, scusa, mi ricordi chi sei? Le tue parole mi suonano molto vicine.
> l’ alternativa è quella di rimanere impigliati nel proprio personaggio e di non essere quindi credibili
vero anche questo. Io sono sempre stato un ritardatario che, trovandosi bene, rimaneva nel proprio ruolo troppo a lungo. Non sono piuù il backpacker a 11 mesi all’anno da un pezzo. Ora dico una cosa nuova, appena scoperta: a un certo punto viaggiando un po’ cosī a caso, si smette di crescere.
O ragazzi, esperienza mia, poi ognuno la vive diversamente.
> anche i discorsi che fai con quelli che incontri diventano gli stessi. Devi avere uno scopo.
verissimo. Chemmefrega a me adesso di incontrare un viaggiatore 30enne che mi fa gli stessi discorsi che facevo io 10 anni fa? Interessante forse, ma non mi insegna nulla.
Quanto si imparava invece all’inizio, erano 24 ore di assorbimento!
Mi permetto di fare il filosofo a casa del filosofo 🙂
Vi illustro il mio pensiero con la metafora della pietra grezza e della statua.
Ogni statua, prima di diventare un’opera d’arte, e’ stata solo una pietra grezza.
Poi l’artista toglie un po’ qui e un po’ li, una limata in un angolo, una smussata in un altro e alla fine quel che resta della pietra iniziale e’ un’opera d’arte che e’ perfetta cosi’ com’e’ e che non ha piu’ bisogno di altri interventi.
Ecco… al nostro primo viaggio eravamo delle pietre grezze.
Poi viaggio dopo viaggio siamo stati limati, modellati, corretti.
I colpi erano forti nei primi viaggi, e pian piano sono diventati sempre piu’ dei piccoli colpettini di rifinitura… il grosso era gia’ stato fatto.
Ecco, tu ora sei come il Davide per Michelangelo: della pietra grezza iniziale non e’ rimasto piu’ nulla da togliere.
A questo punto restano solo degli interventi di manutenzione da fare regolarmente, per evitare che l’opera d’arte si degradi e cominci a perdere pezzi…
Dario
ah ah troppo buono! Per stare alla tua metafora: siamo ancora grezzi, solo che lo scalpello non basta più, ora servono altri strumenti. Va a capire quali però!
non ci siamo mai incontrati dal vivo,luca.
ho sempre scritto poco nel forum con il nick di zagor.
forse senti le mie parole vicine perche abbiamo fattoesperienze simili
a proposito, io ora vivo abari. se organizzate un tripraduno da roma in giu valuto di venire. alberto
cambia livello…
2/3 del pianeta sono mare.
Buon Vento!
https://www.youtube.com/watch?v=T0mqpWwvzW4
“solo l’Africa” è tanta roba.
L’Africa..
forse cambia da persona a persona ma per quanto mi riguarda la condizione del ‘cercare’ e’ totalmente indipendente da quella del ‘trovare’. questione di tempistica.
un tempo per cercare e uno per trovare.
Se ripenso al vero motivo per cui prendevo uno zaino e me ne andavo non e’ mai veramente stato per il gusto di qualche esperienza esotica o per collezionare fotografie mentali. Era forse più il desiderio di libertà’, quella sensazione che solo nella strada. perché il porto non e’ il mare. e perché nella strada, in mare aperto, mi sentivo uomo.
http://www.isabelladisoragna.eu/site/articolo.php?news=69&lang=italiano&menu=12
Ciao,
perché stando a casa o con la stessa compagnia non si finisce di parlare delle stesse cose? Viaggiando, invece, ogni tanto il personaggio illuminato lo si incontra, a patto di essere capaci di viaggiare in solitario…altrimenti si finisce per farsi risucchiare dalla compagnia del primo che passa, magari l’italiano medio in vacanza all’estero, e allora tanto vale farsi un viaggio a Rimini d’estate, costa meno.
L’Africa, a differenza di molti altri posti, è l’unico posto in cui si viaggia nel tempo. Se in India ti sembra di vivere 50 anni fa, in Africa torni in dietro di almeno 100 anni. Niente 7eleven o insegne luminose tipiche del sud est asiatico. I taxi lì equivalgono ai mezzi che trovi allo sfascia carrozze, altro che comfort da Blu Bird. Eppure il continente nero ha un fascino talmente grande da rendere insignificante il rischio di poter morire di malaria pur di viverlo. L’Africa è un po’ come la solitudine, per capirla bisogna insistere…
In Africa ci manderei ogni occidentale a vivere per almeno 2 mesi, tanto per ricordare che culo abbiamo avuto a nascere in occidente…altro che crisi economica!
Oppure per provare (al contrario) cosa si prova ad essere l’unica persona nei paraggi con la pelle di un colore differente. Penso che un viaggio in Africa renderebbe più completo il tuo bagaglio di aspirate trip guru.
PS: l’Africa è grande, anche a livello culturale. West Africa è diverso di East Africa. Nell’ East Africa…. Etiopia è diverso da Uganda. Africa è anche “solo” Zanzibar, oppure forse Madagascar. Enjoy it!
Siccome ti sono sorti questi pensieri, se già sai che qualsiasi altro viaggio, per quanto fantastico e introspettivo possa essere, non sarà la risposta ma al massimo potrai trovare la risposta alla domanda:”cosa cerco?” ..allora perchè non provare da subito un altra strada, che magari in parte hai già intrapreso, quella di vivere per aiutare a far star meglio gli altri, a trovare la loro strada, magari mostrandogli cosa hai appreso nella tua?
Ciao Luca
Bisogna avere uno scopo. Sempre. Se viaggi o stai fermo.
Male che vada “birra” e’ la risposta giusta adatta a tutto!